Terreni
I campi di produzione della Cantina Michele Sartori sono di proprietà e
coltivati rigorosamente a mano.
Maso Serafini
i “Pianari”
Sulla sommità del Colle di Tenna il terreno è pianeggiante e facilmente accessibile per la coltivazione. Nei terreni adiacenti a Maso Serafini, detti appunto “Pianari”, coltivo uva Chardonnay e Pinot Nero. La perfetta esposizione solare e l’altitudine, circa 650 metri sul livello del mare, garantiscono le condizioni ideali per la produzione di eccellenti basi spumante.
i “Feghini”
Terrazze di Tenna
I ripidi pendii che degradano dalla sommità del Colle di Tenna fino alle sponde del Lago di Caldonazzo, in località “Le Terrazze”, raggiungono pendenze comprese tra il 20 e il 40%. L’esposizione a Sud, Sud/Ovest, l’altitudine di circa 450 metri sul livello del mare, la brezza temperata del lago che percorre il fianco del Colle, rappresentano caratteristiche eccellenti per la maturazione delle uve Pinot Nero, che sono destinate alla vinificazione in rosso.
le “Fontanaze”
Riesling Renano
Sempre in località “le Terrazze”, sul Lago di Caldonazzo, sono situati i campi delle “Fontanaze”. L’origine del nome deriva dalla presenza di puntuali rivoli d’acqua affioranti in superficie, “fontane”, che consentono alle radici di affondare in un terreno umido e ricco. La parte sommitale del terreno ha una pendenza vertiginosa, che richiede raccolta e coltivazione manuale del vigneto.
Sui terrazzamenti con muri a secco progressivi, esposti a Sud, Sud/Ovest, ad un’altitudine di circa 530 metri sul livello del mare, coltivo Riesling Renano da viti molto longeve (oltre 40 anni). La mineralità del terreno, la perfetta esposizione, il riflesso dei raggi solari sulla superficie del Lago di Caldonazzo garantiscono il raggiungimento di una maturazione rotonda e completa dell’uva Riesling.
la bonifica delle “Fontanaze”
Chardonnay
Ad una quota inferiore, circa 450 metri sul livello del mare, i pendii si fanno lievemente meno impervi, degradando verso il Lago di Caldonazzo. Questi frazionamenti erano incolti e abbandonati all’avanzamento boschivo, fino a pochi anni fa. Oggi sono stati finalmente recuperati alla coltivazione della vite, come nella tradizione centenaria del Colle di Tenna.
La bonifica, che ha richiesto uno sforzo immane (considerando l’inaccessibilità di macchinari pesanti e l’elevata pendenza), non si è ancora esaurita, poichè ogni hanno proseguo nel complesso recupero di nuove particelle per integrare la produzione di uva. Le caratteristiche stratigrafiche uniche, unite al valore storico e simbolico, rendono questi terreni incredibilmente vocati per la coltivazione di uve Chardonnay per base spumante.
Dalla coltivazione a mano di queste uve è nato il mio primo Metodo Classico, un Trentodoc Extra Brut in purezza, con affinamento di 30 mesi sui lieviti.